Ghost Recon- Future Soldier

Ogni qualvolta si sente parlare di sparatutto bellici in terza persona la maggior parte delle persone pensano subito a Ghost Recon, e non potrebbe essere altrimenti visto che il brand, nei suoi oltre 10 anni di “vita”, ha saputo conquistare l’interesse di una moltitudine di videogiocatori.

La serie in questione si è sempre distinta per il suo grande tatticismo, ma tale caratteristica ha quasi sempre rappresentato la sua proverbiale croce e delizia; grande tatticismo equivale infatti quasi sempre grande complessità ed in questo senso Ghost Recon non ha mai rappresentato un’eccezione, allontanando tutti coloro che non fossero inclini a esperienze belliche in cui fosse necessario ragionare, oltre che sparare, sparare e ancora sparare.

Ed ecco dunque arrivare Ghost Recon: Future Soldier, un titolo più frenetico e dinamico dei suoi predecessori, ma non per questo incapace di evidenziare la medesima profondità che, anno dopo anno, a sancito il successo del brand in tutto il mondo. Ma la domanda a questo punto è una sola: il leggero cambio di rotta operato da Ubisoft avrà in qualche modo impoverito la qualità complessiva del concept di base? Continuate a leggere per scoprirlo!

Il primo impatto con il gioco, come già anticipatovi in occasione del mio hands-on, è senz’altro positivo e dimostra, sin da subito, il maggior dinamismo dell’intera struttura di gioco. In quanto a gameplay nudo e crudo è impossibile non accorgersi di quanto la gestione dei Ghost sia ora più precisa e rapida tanto nei movimento quanto nelle fasi di combattimento; l’implementazione di uno dei migliori sistema di copertura che abbia avuto modo di vedere, si è infatti tradotta in un’esperienza complessivamente più coinvolgente e “viva” rispetto al passato che non scoraggerà di certo eventuali neofiti.

La difficoltà complessiva della campagna principale, complice anche una buonissima IA, è anche questa volta superiore a quella della maggior parte dei TPS in circolazione, ma questo non vuol dire che il titolo sia frustrante, anzi. A differenza di molti altri esponenti della categoria, Future Soldier riesce a fornire costanti stimoli, senza però mai portarci al punto di voler scagliare il joypad contro un muro per la rabbia. E’ un gioco complesso ma ben strutturato, in grado di gratificarci e spingerci ad eseguire tattiche e strategie che possano accrescere il nostro coinvolgimento nella realtà proposta.

L’aggettivo che considero più adatto per descriverlo è infatti “maturo“; maturo nell’approccio ai conflitti, perché scoraggia chiunque sia solito esibirsi in avanzate solitarie in stile Rambo; maturo nella narrazione, con una campagna che incarna alla perfezione tutto ciò che c’è di buono e di cattivo nella guerra; ed infine, maturo nelle dinamiche gestionali, perché propone un gameplay in cui la fretta e l’impazienza si traducono quasi sempre in morti premature, e ci spinge continuamente a cooperare con i nostri compagni, siano essi umano o controllati dall’IA.

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